"Non sono razzista, ma...", "ho anche amici neri", "ho una carissima collega nera", "non siamo mica gli Stati Uniti". Il razzismo in Italia si muove tra collaudati meccanismi di rimozione e autoassoluzione da una parte, e dall'altra dibattiti che scoppiano e subito si spengono, di solito attorno a casi mediatici di impatto. Il tutto è rapidamente inghiottito dal ciclo della notizia senza che si guardi mai agli aspetti strutturali del razzismo, a norme, retaggi e politiche che lo permettono e lo favoriscono. Senza, soprattutto, che si guardi e ci si rapporti alle persone nere evitando l'oggettificazione, e così annullando ogni istanza, voce, punto di vista o dignità. È possibile spostare questa prospettiva e decostruire simili dinamiche?

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