Alex Bellini

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La ricerca dei limiti può spingere a grandi imprese. È questa consapevolezza che, nel corso di diciassette anni di grandi sfide, ha portato Alex Bellini a diventare esploratore. Ma ogni volta, lo ha fatto non tanto per il fascino del traguardo o della performance sportiva quanto per l’esigenza vitale di conoscere se stesso, le proprie risorse e i propri limiti.

La prima avventura di Alex è nel 2001 alla Marathon des Sables, una maratona di 250 chilometri nel deserto del Sahara. L’anno successivo partecipa all’Alaska Ultrasport, una corsa in cui trascina la sua slitta per 2000 chilometri fino a Nome. La sabbia, il ghiaccio e poi il mare: nel 2005 Alex Bellini attraversa il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico per 11.000 km remando in solitaria per 7 mesi e mezzo.

Ogni avventura permette ad Alex di ridefinire il concetto stesso di "possibile", continuando a metterlo in discussione. Nel 2008, sempre in barca a remi, parte dal Perù e dopo un totale di 294 giorni di navigazione solitaria e 18.000 km approda in Australia. Nel 2011 torna a misurarsi con la terraferma e corre da Los Angeles a New York, un coast to coast di 5300 km completato in 70 giorni.

Bellini fa tesoro di tante straordinarie esperienze e trasmette ciò che ha imparato in centinaia di conferenze a cui viene invitato. La sua attività internazionale di speaker si affianca a quella di mental trainer. A conclusione di una specifica formazione con i migliori psicologici della prestazione italiani, dal 2014 affianca atleti e professionisti nel loro percorso di ottimizzazione mentale.

Quando si inizia un cammino si sa da dove si parte, non dove si arriva. Alex inizia gradualmente ad alzare lo sguardo: da se stesso all'ambiente che circonda tutti noi. La prima testimonianza coincide con l’attraversamento invernale del Vatnajokull, il ghiacciaio più grande d’Europa che il riscaldamento globale probabilmente scioglierà entro la fine di questo secolo.

Il 2019 segna l’inizio di un altro progetto dal forte carattere ambientale. Nel corso dei prossimi 4 anni, Alex navigherà sui dieci fiumi più inquinati di plastica al mondo per promuovere un nuovo senso di comprensione per questi ecosistemi, così delicati ma così vitali, sui quali scorre il 90% dei rifiuti plastici di origine terrestre che inquinano gli oceani.

L’uomo ha la possibilità di porre un freno alle catastrofi ambientali: secondo Alex, il primo passo consiste nel riconnettere l’essere umano alla natura. «Non possiamo prenderci cura di qualche cosa che non conosciamo o che non comprendiamo. In questo senso l’esplorazione non è un lusso, ma è un bisogno dell’essere umano».

Foto credit: Paul Wilkinson

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